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Venerdì 25 Novembre 2005 Incontro con il dott. Francesco Blancuzzi

Droghe e alcool

Il dott. Francesco Blancuzzi

Oggi Venerdì 25 Novembre 2005 presso il liceo classico-linguistico di S.Agata M.llo, nell'ambito di un più vasto progetto di promozione della salute curato dal prof. Paolo Accetta, alla presenza di circa 200 alunni, è stato affrontato dal relatore Dott. Francesco Blancuzzi il tema relativo all'uso delle sostanze tossiche e alle dipendenze ad esse connesse. Il problema delle dipendenze afferma il dott. Blancuzzi nei giovani è un problema ricorrente: in effetti, stando a un'inchiesta dell'Istituto svizzero di prevenzione dell'alcolismo e altre tossicomanie (ISPA), il 7% circa degli adolescenti dagli 11 ai 16 anni fa uso di sostanze stupefacenti. Bisogna quindi, afferma il dott. Blancuzzi, parlare ai giovani sempre più spesso di «qualità e progettualità della vita» cioè di un diverso modo di concepire e prospettare la dimensione umana, che non è certamente quella data dalla droga, in un'ottica di crescita e di costante ed armonica evoluzione. La qualità della vita, afferma il relatore, un concetto apparentemente piano ed esemplificante, comporta a ben vedere un salto culturale, una frattura dalle profonde conseguenze teoretiche e pratiche. Un approccio capace di privilegiare l'uomo nella sua unità e totalità: la salute e la progettualità come premessa ed espressione di scelta di vita. Si tratta di itinerari di ampio respiro che si ripropongono di evidenziare le interrelazioni affettive, i blocchi emotivi e le eventuali resistenze che si frappongono all'acquisizione di un nuovo stile cognitivo e di scelte di vita responsabilizzanti. Le droghe, continua il relatore, per i ragazzi rappresentano una scelta positiva, un vissuto rassicurante, perché fumare tabacco o canapa indiana o sniffare cocaia ecc.  significa sentirsi adulti e parte del gruppo. Si può avanzare un'ipotesi etimo-sociologica: nelle società primitive esistevano riti di passaggio con modalità magico rituali attraverso le quali il ragazzo passava da una condizione di esclusione e di marginalità a quella di soggetto adulto a pieno titolo. Si tratta di rituali iniziatici comportanti prove a volte dolorose ma che offrivano al giovane un elemento importante: la sicurezza, la certezza palpabile di una transizione, dell'acquisizione di un nuovo status. La nostra società ha rinunciato giustamente a questi riti al limite del barbaro, ma non ha saputo colmare il vuoto conseguente, ignorando le implicazioni di crescita, i vissuti di sicurezza che questi rituali veicolavano. Questo spiega il bisogno dei giovani di appoggiarsi al gruppo, la necessità del ricorso ad altri mediatori sociali e ad altri rituali collettivi.  

momenti dell'incontro momenti dell'incontro

Ecco perché il fumo e l'alcol (e purtroppo talvolta anche la droga) non rappresentano agli occhi dei giovani un comportamento a rischio, fenomeno regressivo, ma vengono percepiti come uno status symbol un sicuro percorso di crescita (una delle poche sicurezze che la cultura dell'incerto ha lasciato ai giovani). L'accesso alle droghe risponde ad una esigenza inespressa di crescere, ad una spinta verso l'adultità per la quale si configura come una soglia di passaggio informale, ma non per questo di minor presa sull'adolescente, come un momento di non ritorno. Non è sempre sufficiente combattere le droghe, ma ai fini d'una efficace prevenzione occorre soprattutto demitizzarle e vanificare le valenze che nell'immaginario collettivo dei giovani ad esse si ricollegano. Quest'assunto evidenzia l'enorme difficoltà di fare prevenzione, ovvero di prospettare un percorso educativo formativo, alternativo rispetto alla scelta operata da coetanei ed adulti. È un trapasso culturale che occorre prospettare e far accettare dando ai giovani veicoli culturali affermati e idonei a realizzare una progettualità in grado di fungere da alternativa positiva ai valori delle droghe.

.momenti dell'incontro momenti dell'incontro

 Il 18 gennaio 2006 il dott. Blancuzzi, sarà nuovamente ospite dell'Istituto, per trattare il medesimo argomento rivolgendosi questa volta agli studenti del triennio.

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