Attualità del Liceo Classico

di Carmelo Manforte, Preside del Liceo Classico

.

La Scuola, oggi come ieri, ha come scopo primario di dare al giovane la consapevolezza di sé e della società in cui vive, di insegnargli a conoscere e ad usare gli strumenti che gli permettono di acquisire in maniera critica le varie conoscenze.

Solo chi è pervenuto a questi risultati potrà dominare la realtà presente e proiettarsi in quella futura.

S. Agostino nelle Confessioni afferma che i tempi dell'esistenza sono tre: presente del presente, che è la visione diretta delle cose; presente del passato, che costituisce la memoria; presente del futuro, che è l'attesa, l’exspectatio. Solo in questa pienezza tridimensionale, vissuta consapevolmente, l’oggi nel quale viviamo trova il suo senso. Una scuola che trascuri o addirittura elimini l’una o l’altra di queste ire dimensioni, non adempie certamente alla sua funzione. Ogni scuola darà più peso ad una delle tre dimensioni, ma non potrà rinunciare ad alcuna di esse. Il Liceo Classico è la scuola in cui le tre dimensioni vengono coltivate pariteticamente in quanto nel suo curriculum il conoscere noi stessi nella situazione in cui ci troviamo (il contuitus agostiniano) convive con la conoscenza del "da dove" veniamo (la memoria, attraverso lo studio della civiltà antica) e s’innesta con l'attesa, il futuro, grazie all’introduzione dello studio dell’informatica e al proseguimento della conoscenza delle lingue straniere per tutto il triennio.

L’utilizzo del laboratorio linguistico e dell’aula di informatica rende il Liceo Classico "Leonardo Sciascia" pienamente aderente al presente, pur conservando la memoria del passato. Lo studio delle lingue antiche (latine e greche) non è - come per l'insegnante di greco del racconto "L’uomo nell'astuccio" di Cechov - qualcosa entro cui nascondersi, ma lo studio delle radici della nostra civiltà. Con questo animo si leggono i testimoni del mondo antico per preparare i giovani verso la civiltà planetaria e ciò è possibile solo se essi sono capaci di fare un bilancio dei nostro patrimonio culturale e di civiltà. Mi piace concludere questa breve riflessione con Cicerone "Nescire... quid antequam natus sis acciderit id est semper esse puerum" che liberamente si può tradurre dicendo che l'ignorare ciò che è accaduto prima di noi significa avere una visione infantile e immatura del mondo.