Incontri culturali e … altro Filo diretto con Arpino

Gareggiare con Cicerone

di Eugenio Ciracì

Da molti anni si celebra nella cittadina di Arpino il prestigioso "Certamen Ciceronianum", una competizione culturale consistente nella traduzione di un brano ciceroniano con relativo commento estetico ed esegesi linguistico-grammaticale. Vi partecipano studenti che frequentano l’ultimo anno di Liceo Classico, prossimi maturandi, provenienti da Licei Classici italiani, e soprattutto europei.

La cittadina di Arpino, con i suoi 7800 abitanti, situata a 450 m. sul livello del mare, a 30 km a Est di Frosinone, è l’antica città dei Volsci, poi municipio romano, patria non solo di Marco Tullio Cicerone, ma anche del console Caio Maio, entrambi personalità di grande prestigio.

Ogni anno, quindi, accorrono a questa ridente, amena e ubertosa città, ricca di oliveti e di vigneti pregiati e vivace non solo per la estrazione di marmo, ma anche per le industrie tessili ed alimentari, moltissimi studenti, circa 450/480 per gareggiare nella traduzione dal latino di un passo di Cicerone.

Anche il nostro Liceo è stato quasi sempre rappresentato da un paio di studenti, cultori della lingua che tante i vestigia ha lasciato per secoli e che ancora oggi è al centro dell’attenzione di studiosi di tutto il mondo. Due anni orsono mi toccò di accompagnare due nostri liceali ad Arpino. Già vi ero stato qualche anno prima, in rappresentanza di un altro Liceo Classico italiano e, come la prima volta, per me è stato edificante ritrovarmi tra cultori, studiosi e colleghi provenienti da tutta Europa.

L’accoglienza è stata superba, al pari della cordialità di tutti gli organizzatori, ma anche degli studenti del Liceo arpinate.

Piazza Municipio e via Giuseppe Cesari erano gremite di giovani, tutti emozionati, ma con il sorriso sulle labbra, come se avessero scoperto un luogo da tempo i sognato e avessero trovato una persona cara, di cui per tanti anni avevano conosciuto soltanto le parole e lo stile. Diversi idiomi ma anche variegate lingue anglo-sassoni, slave, neolatine risuonavano per le vie di Alpino. A me è sembrato in quel momento che il grande Arpinate ripetesse a ciascuno di noi: "Sappi che proprio qui io sono nato e sono lieto perciò di averti mostrato il luogo della mia nascita " (Cic., De Legibus) e inoltre sussurrasse:

"In qualunque arpinate t'imbatterai, ti toccherà di ascoltare, anche se non ne hai voglia, qualche cosa di me, sicuramente qualche cosa di Mario". (Cic., Pro Planeio, 20).

Ebbene è proprio veritiera quest'ultima proposizione, in quanto ho avuto modo di conversare con arpinati di discutere su Mario o Cicerone.

La mia esperienza, ma anche quella dei nostri liceali, poi, è stata rinforzata attraverso i colloqui con liceali e docenti austriaci, svizzeri, francesi, spagnoli con i quali si tentava di scambiare qualche esperienza.

Vari sono stati i seminali, ma anche molteplici le visite nei dintorni sui colli volsci, accanto a luminari come il prof. Ettore Paratore . Divertenti i balli nella serata del sabato alle terme di Fiuggi, dopo aver libato in abbondanza e gustato succulent"Studia et Ramazza" (Cicerone, De Legibus, III, 2)i piatti tipicamente ciociari.

E il giorno dopo, la mattina della domenica, tutti in Piazza Municipio, all’ombra delle statue di Cicerone e Caio Mario, per assistere alla premiazione dei vincitori che, con meritate punte di orgoglio, ritiravano i premi tra gli applausi fragorosi dei compagni, i quali, felici e perdenti, sarebbero tornati ai loro Licei, per raccontare le avventure alle quali avevano preso parte.

Ancora una volta potranno dire: - Anch’io c’ero!...