DALLA FILOSOFIA ALLA BIOETICA

di Laura Letizia

Riflettendo sui molteplici obiettivi che una scuola moderna deve proporsi, mi è parso auspicabile che essa voglia ambire ad assurgere al ruolo di guida nella formazione di un'etica laica fondata sulla filosofia morale che, finalmente, con mezzi sistematicamente razionali permetta di potere affrontare e discutere, senza pregiudizi, problemi e scelte di vita, sia pubblici che privati.

E’ opportuno, pertanto, convincersi che il substrato di un reale progresso debba essere una norma inalienabile: il rispetto della pluralità dei valori.

In Italia, solo da circa un ventennio, sotto lo stimolo di personalità operanti nell'ambito culturale filosofìco-scientifico, è tornato pressante questo bisogno di riprendere il discorso etico per esaminarlo non più attraverso coordinate confessionali, ma da un punto di vista squisitamente teorico.

Se nei paesi anglosassoni un orientamento filosofico in tal senso si è sviluppato ininterrottamente a partire dal secolo XVIII, in Italia, invece, soprattutto a causa di un debole pluralismo religioso, il parlare di etica è rimasto troppo a lungo confinato nell'ambito della politica, dell'economia, delle istituzioni confessionali.

La filosofia morale, con impeto razionale, sorvola l'angustia di certe tradizionali interpretazioni del mondo, dell'esistenza, dei rapporti sociali e si reca a più suggestivi appuntamenti con la scienza e la tecnologia. Allora si tratta di formare nuovi valori? Si tratta, piuttosto, di educarsi e di educare ad un nuovo atteggiamento mentale nei confronti del concetto di "valore": valore è ciò che permette ad un individuo di ben identificarsi per entrare, a ragion veduta, in un rapporto di equilibrio con il gruppo.

Poiché i rapporti d'interazione che derivano da questa dialettica individuo-gruppo sono, presumibilmente, molteplici, altrettanto numerosi saranno i criteri normativi che regolano i comportamenti delle più disparate organizzazioni sociali.

Se, per un verso, è opportuno indicare ai giovani le regole etiche fondamentali del gruppo sociale di appartenenza, affinché possano evitare i dolorosi traumi dell'emarginazione. nel contempo essi dovranno maturare sufficienti capacità di autonoma riflessione idonee a farli divenire soggetti attivi, critici, tolleranti, disponibili ad ogni tipo di interazione. La scuola potrà far crescere i giovani utenti in tal senso, solo se gli operatori competenti sapranno costruire un rapporto basato su un'intelligente autorevolezza.

L'insegnante potrà favorire siffatto rapporto se bandirà le lezioni cattedratiche, che servono solo a far sfoggio di belle parole, se offrirà di sé un'immaIl Liceo Classico a Pisagine di rigorosa coerenza e, soprattutto, se si rivelerà prevalentemente coordinatore ed egli stesso fruitore di tutti quegli atteggiamenti mentali, quei comportamenti che, coagulando equilibratamente, trasformano tanti individui in un'aggregazione sociale civile. Solo in un ambiente scolastico così armonioso e commisurato nelle opinioni, sarà possibile affrontare i grandi temi dell'aborto, dell'eutanasia, della manipolazione genetica, della procreazione artificiale, della vivisezione, della salvaguardia dell'ecosistema, non più sulla base di pregiudizi, informazioni indotte, schemi rigidi - frutto d'indottrinamento - ma in piena autonomia di giudizio e senza timore di derisioni e ritorsioni.

A questo punto viene da chiedersi se non sia giunto il momento di introdurre la Bioetica nella scuola.

Si, se con questo termine s'intendono porre in un corretto rapporto i risultati della ricerca scientifica, relativamente al settore medico-biologico, con il significato che gli uomini vogliono accordare al senso della vita ed insieme del progresso.

Il riflettere razionalizzando queste problematiche, già impone di ripudiare con uguale fermezza sia le indicazioni di una Bioetica oltranzista che utilizza argomentazioni esasperate per reclamare la piena libertà della ricerca, sia le posizioni scientificamente irrilevanti che provengono dagli ambienti confessionali.

Infatti, l'etica della tolleranza, che riposa nel rispetto della pluralità dei valori, si deve contrapporre con fermezza ad ogni pretesa di imporre sistemi normativi universali.

Suggerimenti Bibliografici

Salvatore Veca - Cittadinanza e questioni di giustizia - Ed. Feltrinelli

Salvatore Veca - Etica e politica - =

A.Di Meo C.Mancia – Bioetica - Ed. Riuniti

AA.VV.. - Questioni di Bioetìca - =

AA.VV. - I comitati di Bioetica - Orizzonte medico

H.T. Engelhardt - Manuale dì Bioetica - Il Saggiatore

Vent'anni di Bioetica. Idee, protagonisti, istituzioni. Fondazione Lanza.

Scienza ed etica nella centralità dell'uomo. A cura di Cattorini e Angeli.

E. Sgreccia - Manuale di Bioetìca. Vita e pensiero