Parlare di giovani è sempre problematico, difficile; si corre il rischio di dire cose banali, si può affermare tutto e il contrario di tutto; se all'argomento aggiungiamo la Fede, oggetto di grandi discorsi teorici, la confusione può essere totale.

IL BRIVIDO DELL’ OLTRE

I giovani e la fede

di Gaetano Farina

 

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Solo con grande umiltà, vivendo quotidianamente dentro l'universo giovanile, cosi variegato, con le sue vivacità e le sue apatie e con orecchie e cuore sempre pronti a captare rumorosi slanci di generosità o urla fatte di silenzi angoscianti, è possibile non dare giudizi, ma cercare di capire verso dove i giovani vanno e con quali certezze e stati d'animo.

La gioventù, per chi è già adulto, è l’età dell’allegria, della spensieratezza, dei dolci sogni; per chi vive invece questi anni lunghi, interminabili, scopre che la gioventù è piena di paure, di dubbi, di incertezze, di insicurezze: un'età da rifiutare stordendosi con la non-vita, con i sogni o la frenesia.

I giovani però sono anche capaci di grandi ideali, di sacrifici, di amicizia eroica e di amori sconfinati; sanno parlare col loro ingrombrante silenzio del dolore o gridare nelle famiglie la loro rabbia; implorano disprezzando, piangono tacendo, distruggono la loro vita dicendo di amarla; cercano la pienezza della vita rinnegandola.

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La gioventù, per chi

è già adulto, è l'età dell’allegria, della spensieratezza, dei

dolci sogni; per chi

vive invece questi

anni lunghi,

interminabili, scopre

che la gioventù è

piena di paure, di

dubbi, di incertezze,

di insicurezze:

un'età da rifiutare stordendosi con la non-vita, con i sogni

o la frenesia.

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Solo amandoli si può entrare in questo apparente caos esistenziale, facendo loro comprendere tenerezza e forza.Cristo

In questo coacervo universo come si pone la fede? Come certezza che urta, infastidisce oppure attira; la si disprezza, ma si sente la sua martoriante nostalgia, la si immagina, pura, alta, lontana e ferma, dimenticando che è lordata di dolore e lacrime, che è vicina al soffrire degli uomini nella dinamicità il di una tenerezza di Dio che inesorabilmente ci raggiunge.

Fa soffrire certo la fede, perché ti costringe continuamente a rimettere in discussione la tua vita, e quando pensi che tutto sia stabilito, ti spalanca orizzonti esistenziali da vertigine; non ti fa sentire mai a casa, sempre attendato, pellegrinante e spesso non pago, ma ti schiude col dolore alla speranza, ti spinge con la forza alla "demenza" e questa santa follia ha il nome e il volto dell'amore.

Quest'insania della fede attrae i giovani, li trascina, li trasforma, li entusiasma. E’ però il quotidiano vivere la fede, col martirio del dovere da compiere ogni giorno con certezza, coraggio e fedeltà, che scoraggia i giovani.

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In questo coacervo universo come si pone la Fede? Come certezza che urta, infastidisce eppure attira; la si distrugge, ma si sente la sua martoriante nostalgia, la si immagina, pura, alta, lontana e ferma, dimenticando che è lordata di dolore e lacrime, che è vicina al soffrire degli uomini...

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Pronti a vivere l’eroico della fede che smuove le montagne, non sanno scalare la montagna che è il gradino di casa.

Da questa incapacità l’abulia, la stanchezza, il vuoto, la noia, lo smarrimento e poi la ribellione, l'abbandono della Fede. Bisogna ricordare che non c'è Fede senza l'accettazione della Croce, su cui bisogna salire per vedere dall’alto del dolore universi sconfinati di amore. Riconciliare i giovani, dunque, bisoProve della recita "Salomè" di O. Wildegna non con la Fede, ma con la Croce. Ma come parlare di Croce a giovani deboli, fragili e paurosi? Facendo capire che Cristo, debole e fragile come loro nella sua umanità, ha superato tutto con la forza dell'ubbidienza, amante della tenerezza e della passionalità. Il Cristianesimo è riscoprire di tutto l'umano, anche del fragile. Il giovane che non sa più piangere perché ha il pudore delle sue lacrime, avendo noi adulti disprezzato come debolezza l’esternare i veri sentimenti e avendolo costretto a mascherarsi da forte, deve riscoprire in Cristo l’Umano, che ha forza di sentimenti, ed il divino che fortifica, per dona e salva.