Mafia e Popolo

di Gaetano Rizzo Nervo

La mafia oggi ha definitivamente perduto il manto di romanticismo e di avventura che l'aveva ricoperta al suo primo apparire.

Essa continua a manifestarsi quale essa è: una piaga cancrenosa che la società siciliana si porta addosso, e che non accenna a rimarginare. Un fatto ed una presenza in punti geograficamente individuati dell'isola. Un fenomeno che ha inciso non poco nella coscienza popolare. Quale conclusione si può trarre dalla somma dei giudizi e delle opinioni di quanti hanno studiato e continuano ad occuparsi del problema? Una risultanza è che dal riscontro della letteratura popolare, dei canti, dei proverbi, dalla rispondenza della tradizione, appare evidente che la mafia ha lasciato nel tempo segni profondi, coinvolgendo gli appartenenti alle classi più povere.

Martin Lipset, docente di sociologia alla Università di Chicago, afferma che "... un aspetto della mancanza di maturità e di istruzione delle classi inferiori è il loro anti-intellettualismo...".

L'individuo appartenente ai ceti popolari, conosce fin dalla prima infanzia le punizioni, la mancanza di amore e una generale atmosfera di tensione e di violenza: tutte esperienze che tendono a creare un sentimento di ostilità profondamente radicato. Il grado di istruzione è inferiore a quello di persone che occupano una più elevata posizione sociale ed economica, e durante l'infanzia la compagnia di altri soggetti dello stesso ambiente non soltanto non stimola i suoi interessi intellettuali, ma crea anzi un'atmosfera la quale impedisce alla sua esperienza culturale di arricchirsi di una maggiore maturità di idee in campo sociale e di una maggiore comprensione dei vari gruppi.

Lasciando la scuola relativamente presto, egli è circondato, dove lavora, da altre persone che vivono in un ambiente familiare e culturale egualmente ristretto.