SE LA CONOSCI LA COMBATTI

di Salvatore Di Fazio

Un noto personaggio dei Promessi Sposi, l'aristotelico don Ferrante - comica parodia dell'ottusità intellettuale - negava con ostinata insistenza che fosse la peste a sterminare Milano; anzi, convinto che essa non esistesse, perché non era né sostanza né accidente, non prese nessuna precauzione contro la malattia, la quale gli si attaccò addosso e lo mandò a letto, dove egli morì, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle.

Ebbene, di don Ferrante come quello manzoniano ce ne sono moltissimi ancora nella nostra isola e nella nostra penisola, nonostante siano passati alcuni secoli. E sono tutti coloro che a un'altra peste, la mafia, più funesta e più micidiale della malattia, non credono o credono poco o pensano che colpisca solo gli altri o ritengono che a combatterla debbano essere giudici e poliziotti, ma senza dare fastidio ai cittadini, senza "militarizzare" il territorio, senza protagonismi (come dicono quelli che non sopportano il giudice Di Pietro), possibilmente in silenzio (i processi televisivi danno fastidio agli amatori e fans di Beautiful) e standosene lontano dalle città (come hanno chiesto i coinquilini del giudice Violante, temendo che un eventuale attentato avrebbe coinvolto il loro condominio).

Il don Ferrante del Manzoni sosteneva che la peste abitasse nel cielo di Saturno e che da lì piovesse quella sua maledetta influenza. Noi invece, per oltre un secolo e mezzo non siamo riusciti a sapere chi fossero i veri mafiosi. Fino a quando Leonardo Sciascia non ha scoperto il calderone denunciando nei suoi romanzi intrecci e legami con le istituzioni e con gli uomini in colletto bianco che le rappresentavano e le gestivano, eravamo come oppressi da un mostro invisibile, indefinibile, introvabile, scivoloso e scattante come una vipera. Per schiacciare la testa a questa serpe velenosa Dio mandò un uomo chiamato Di Pietro, un nuovo Davide dalla fionda infallibile, un cacciatore di delinquenti, di ladri e di assassini, Antonio Di Pietro abbraccia la sua collaboratrice Roberta Macchi, responsabile del sistema computerizzato. di sfruttatori e di rapinatori, di ipocriti e di corruttori, che oggi sono braccati e inchiodati da decine e decine di capi di imputazione, alcuni rinchiusi nel serraglio delle prigioni, altri in fuga per sfuggire alla cattura, altri nascosti non si sa dove, tutti turlupinati ed esecrati dallo sdegno degli italiani.

Ma convinciamoci che la mafia è ancora viva e che non bastano Di Pietro e i valorosi magistrati che lo affiancano, lo collaborano e lo seguono in questa vasta operazione di pulizia generale.

La mafia è cultura - perversa, alterata, guasta - e la cultura radicata da secoli di illegalità non è facile combatterla, se non c'è una mobilitazione collettiva, se viene a mancare la volontà di scendere in campo con le proprie armi e con il proprio coraggio, se non ci liberiamo dei pregiudizi, dei timori, del sonno in cui tendiamo a cadere, se impediamo con i mezzi che la democrazia ci elargisce che vengano commessi soprusi, ricatti, angherie, prepotenze di ogni sorta.

La mafia è ignoranza - barbara, primitiva, selvaggia - che impedisce di vedere con lungimiranza il bene e il male, che confonde l'utile con l'onesto, che sostituisce la forza bruta alla ragione, il compromesso alla legalità, il vantaggio personale al diritto altrui.

La mafia è malcostume - corrosivo, inquinante, infido - che scardina i valori, offende il codice etico, legittima quello che è illegittimo, disarticola il sistema di relazioni sociali, rafforza gli squilibri e impedisce il progresso.

La mafia è corruzione - devastante, disarmante, avvolgente - che penetra nelle istituzioni come una febbre malarica e consuma le fibre stesse della burocrazia e dei servizi a danno dei deboli, degli indifesi e degli sprovveduti.

La mafia è morte - sanguinaria, immonda, cinica - che genera altra morte, altro sangue, altro cinismo. I suoi metodi allucinanti e tenebrosi sono maglie che stritolano, sono strategie che schiacciano, sono congegni diabolici che il fenomeno del pentitismo sta illuminando della luce sinistra e livida sotto cui essi operano.

La mafia è follia. Conoscila per evitarla e combatterla.