PROGETTO ANTIMAFIA

PRESENTAZIONE

 

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asciano il tempo che trovano quelle iniziative che non coinvolgono a pieno i giovani studenti e non danno loro le possibilità di diventare veri protagonisti.

Soprattutto quando l'obiettivo non è tanto la conoscenza teorica di un argomento, quanto il consolidamento di un comportamento, che resti ottimale per tutta la vita per diventare, addirittura, modello di riferimento. Il presente progetto, non più alla sua prima edizione, abbandona, quindi, volutamente, la fase della comunicazione del messaggio positivo attraverso i canali tradizionali che lasciano passivo l'alunno, per diventare momento di riflessione vera, utilizzando, in primo luogo, l'indagine personale del giovane studente.

Ucciso Moro ed eletto Sandro Pertini al Quirinale, Mattarella chiede al Presidente della Repubblica di visitare la Sicilia, come avviene pochi mesi prima dell'agguato di via Libertà a Palermo. Qui Mattarella avvicina Pertini all'anziana madre di Turi Carnevale, il coraggioso sindacalista ucciso dalla mafia, un eroe difeso al processo dello stesso Pertini come avvocato di parte civile.

Indagine sul linguaggio, sull'evoluzione del fenomeno, ma anche sui comportamenti, sulle "zone di confine" tra ciò che è lecito, ciò che sembra esserlo (perché tollerabile) e ciò che non lo è.

Perché, in fondo, se si riuscisse a far percepire realmente quando un certo comportamento scivola verso la mafiosità e ne agevola, quindi la tolleranza in scelte marginali (ma di segno negativo); se veramente si potesse creare nel giovane quella coscienza che diventa immediato campanello d'allarme di fronte alla temibile sollecitazione, spesso dal volto amichevole; allora forse saremo sulla giusta via.

Quella via che fa capire subito qual è la malattia da evitare comunque, perché contagiosa.

E' difficile che il giovane studente, alla sua età e nelle nostre scuole, debba scegliere tra l'essere e il non essere mafioso.

E' facile che debba scegliere tra il rifiuto netto di un'offerta, di una proposta di "segno negativo" e l'accettazione della stessa, seppur con riserva di valutare o di non farlo mai più.

Ed è in questa fase che la scuola può intervenire per formare le coscienze.

E' sui piccoli e non frequenti esempi di vita (quelli pertinenti) che essa deve far riflettere, valorizzando il positivo e rifiutando drasticamente il negativo.

Anzi, facendo si che sia il giovane a rifiutarlo.

        Il Dirigente Scolastico

        prof. Vincenzo Ettari

 

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