Definizioni dei Sentimenti

 

I. La Cupidità è la stessa essenza dell’Uomo, in quanto tale essenza si concepisce cosiffatta, che da qualunque stimolo che essa risenta sorga in essa un orientamento determinato a un agire corrispondente.

II. La Letizia è il passare che avviene nell’Uomo da una minore a una maggiore perfezione.

III. La Tristezza è il passare che avviene nell’Uomo da una maggiore a una minore perfezione.

IV. L’Ammirazione, o Meraviglia, è l’immaginazione di una cosa sulla quale la Mente rimane fissata perché si tratta di un’immaginazione singolare che non ha alcun nesso con le altre immaginazioni.

V. Il Disprezzo è l’ immaginazione di una cosa tanto poco interessante per la Mente che la Mente stessa, dalla presenza della cosa, è indotta ad immaginare le doti che mancano alla cosa in parola piuttosto che quelle che vi sono.

VI. L’Amore è Letizia accompagnata dall’idea di una causa esterna.

VII. L’Odio è Tristezza accompagnata dall’idea di una causa esterna.

VIII. La Propensione, o Simpatia, è Letizia accompagnata dall’idea di una cosa che è per accidente causa di Letizia.

IX. L’Avversione, o Antipatia, è Tristezza accompagnata dall’idea di una cosa che è per accidente causa di Tristezza.

X. La Devozione è Amore verso qualcuno che ammiriamo.

XI. L’irrisione è Letizia nata dall’immaginare qualcosa che disprezziamo si trova in una cosa che odiamo.

XII. La Speranza è Letizia instabile, nata dall’idea di una cosa futura, o anche passata, del cui esito, in qualche misura, dubitiamo.

XIII. La Paura è Tristezza instabile, nata dall’idea di una cosa futura, o anche passata, del cui esito, in qualche misura, dubitiamo.

XIV. La Sicurezza è Letizia sorta dall’idea di una cosa futura, o anche passata, al cui riguardo non ci sono più cause di dubbio.

XV. La Disperazione è Tristezza sorta dall’idea di una cosa futura, o anche passata, al cui riguardo non ci sono più cause di dubbio.

XVI. La Gioia è Letizia accompagnata dall’idea di una cosa passata accaduta insperatamente.

XVII. Il Rimorso è Tristezza accompagnata dall’idea di una cosa passata che noi non speravamo, o che desideravamo che non accadesse.

XVIII. La Compassione è Tristezza accompagnata dall’idea di un male accaduto a qualcuno che immaginiamo esser simile a noi.

XIX. L’Approvazione è Amore verso qualcuno che ha beneficato un altro.

XX. Lo Sdegno è Odio verso qualcuno che ha fatto del male a un altro.

XXI. La Stima consiste nel tener di conto, per Amore, qualcuno più del giusto.

XXII. Il Disprezzo consiste nel tener di conto, per Odio, qualcuno meno del giusto.

XXIII. L‘Invidia, è Odio, in quanto si impadronisce talmente dell’uomo che questi si rattrista della felicità altrui e, viceversa, gode dell’altrui male.

XXIV. La Misericordia, è Amore, in quanto si impadronisce talmente dell’uomo che questi gode abitualmente del bene altrui, e, viceversa, si rattrista abitualmente dell’altrui male.

XXV. La Soddisfazione di noi stessi è Letizia nata dal fatto che l’uomo considera se stesso e la propria potenza d’agire.

XXVI. L’Insoddisfazione è Tristezza nata dal fatto che l’uomo considera la propria impotenza o la propria debolezza.

XXVII. Il Pentimento è Tristezza accompagnata dall’idea di una qualche azione che noi crediamo d’aver compiuto per un libero decreto della Mente.

XXVIII. E’ Superbia il valutare se stessi, per amor proprio, più del giusto.

XXIX. L’Umiltà, o Autosvalutazione, è uno stimarsi meno del giusto per Tristezza.

XXX. La Gloria è Letizia accompagnata dall’idea di una nostra azione che immaginiamo lodata da altri.

XXXI. La Vergogna è Tristezza accompagnata dall’idea di un’azione che immaginiamo biasimata da altri.

XXXII. Il Desiderio, è Cupidità o Appetito di possedere una cosa, che è alimentato dal ricordo di questa cosa e che, nello stesso tempo, è ostacolato dal ricordo di altre cose che escludono la l’esistenza della cosa desiderata.

XXXIII. L’Emulazione, o Competizione, è Cupidità verso una cosa che sorge in noi dal nostro immaginare che altri abbiano la stessa Cupidità.

XXXIV. La Riconoscenza, o Gratitudine, è Cupidità, o l’impegno derivato dall’Amore, che ci sforza a far del bene a chi, per un eguale sentimento d’amore, ha fatto del bene a noi.

XXXV. La Benevolenza è Cupidità di far del bene a colui del quale abbiamo compassione.

XXXVI. L’Ira è Cupidità che ci incita, per Odio, a far male a chi odiamo.

XXXVII. La Vendetta è Cupidità che per un Odio reciproco ci incita a far del male a chi con la stessa malevolenza ha fatto del male a noi.

XXXVIII. La Crudeltà,o la Sevizia, è Cupidità che incita qualcuno a far del male a colui che noi amiamo o del quale abbiamo compassione.

XXXIX. La Titubanza, o l’Irresolutezza, è Cupidità di evitare un male maggiore, che temiamo incombente, accettando un male minore.

XL. L’Audacia è Cupidità dalla quale un umano è incitato a fare qualcosa che presenta un rischio nel quale i suoi eguali non s’azzardano a porsi.

XLI. La Pusillanimità è propria dell’uomo la cui Cupidità è coartata dal timore di un pericolo che i suoi eguali osano affrontare.

XLII. L’Impotenza, o Costernazione, è la condizione dell’umano la cui Cupidità di evitare un male è coartata dall’ Ammirazione per il male che egli teme.

XLIII. La Cortesia è Cupidità di fare le cose che piacciono agli uomini e di omettere ciò che a essi dispiace.

XLIV. L’Ambizione è Cupidità smodata di gloria.

XLV. L’Ingordigia è Cupidità smodata, o anche Amore, di banchettare.

XLVI. L’Ubriachezza è Cupidità smodata, e Amore, delle bevande inebrianti.

XLVII. L’Avarizia è Cupidità smodata, e Amore, delle ricchezze terrene.

XLVIII. La Libidine è Cupidità smodata, e Amore, dell’unione dei corpi.

 

BARUCH SPINOZA